venerdì 2 agosto 2013

PALIO E TAGLIATELLE



Oggi ho fatto la ruota da pavone al microfono di Redio Lequio, un’emittente di Naha al secondo piano della Coop di Shintoshin dove, ogni tanto, vado a comprare tagliatelle De Cecco care come l’oro. Sono stato coinvolto nell’avventura da Carolina, un’amica nippo-argentina, e dalla sua capa, la simpatica Satsuki, in qualità di italiano importato (una specie di Girolamo Panzetta d’Okinawa). 



Una volta al mese le due fanciulle conducono una trasmissione piuttosto vispa chiamata Champurreando che prende nome dal concetto quasi filosofico di champuru (maescolone, mix), una delle targhe di Okinawa, con una spruzzata di spagnolità (il –reando).
  

Ha aperto le danze Acqua Azzurra, Acqua Chiara del Sommo, che è stato un gran bell’aprire. Poi, per un’oretta, si è parlato di tutto un po’: dalle tagliatelle al ragù (il piatto preferito dalle oba-chan - le vecchiette – bulagnesi) agli spaghetti, dalle Due Torri non gemelle all’università felsinea, dai portici parcheggia-cavalli al rosso non necessariamente comunista bolognese.

 

Ho spiegato come si fa il ragù, e i presenti si sono autoinvitati a casa mia per una scofanata al più presto. Mi è stato chiesto se fosse Bologna la città famosa per la ‘corsa dei cavalli’, ho risposto che era Siena, sorvolando sul fatto che l’Ippodromo di Bologna è imploso (o giù di lì). Poi è intervenuta la Donna Cannone, dell’altro Sommo, e anche quello è stato un gran bell’intervenire.


La domandona finale è stata (ovvia): “Come diavolo ci è finito a Okinawa uno di Bologna’”. Ho raccontato, a somme linee, la mia piccola odissea post-tsunami che trovate in Mario Testosterone (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/07/mario-testosterone.html), edulcorata dalla personalità cappellare di Mario. Poi, come nella migliore delle tradizioni, tutto si è concluso con un grazie/arigato goazaimasu. In teoria avrei dovuto ottenere un link dove ascoltare l’intervista on-line, ma se ho capito bene c’è stata qualche rogna tecnologica, per cui sono tornato a casa senza link nella borsa (forse me lo spediranno, forse lo scriverò poscia qui di seguito).

eccolo! http://www.stickam.jp/video/182085496


A questo punto direi che ogni mia parentesi di italianità, qui a Okinawa, è rimandata al 12 agosto, quando assieme all’altro Pietro (quello del ristorante Volarehttp://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/07/volare-tavola.html), a Luigi Osso Buco e agli altri sette italiani (numero totale, me compreso: 10) residenti a Okinawa ci troveremo a Edo Beach per un barbecue mogli-privo. Ognuno porterà quello che vuole, io porterò mandolino, cappello d’alpino e, importantissima, la bandiera italiana (verissima), con tanto di stemma della Marina Italiana, grande come un miniappartamento, che ho trovato nel negozio dell’usato (100 yen) sotto casa. Quando l’ho scovata, coperta da un ammasso di macerie pulciose, ho fatto un salto, e la proprietaria del negozio mi ha chiesto da dove diavolo venisse.



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